FINALMENTE L'INTERVISTA!!

Ho deciso di fare questa intervista ad una persona che conosco molto bene: si tratta del marito di mia cugina, professore di matematica al Liceo Scientifico. Egli vive con la famiglia in Emilia Romagna e sono riuscita a parlare con lui l’ultima volta che sono stata a Rimini a giugno per il ponte della festa della Repubblica. Sono stata contenta di rivolgerla proprio a lui, perché è una persona paziente, disponibile e, secondo me, molto preparata. Tutte le volte che lo vedo, gli dico sempre: “I tuoi studenti sono molto fortunati ad avere te come insegnante !”.
Le domande che gli ho posto sono le seguenti:

COM’E’ NATA LA TUA PASSIONE PER LA MATEMATICA?
E’ nata fin da piccolino e in questo devo ringraziare mio padre. Mi considero un po’, per usare un’espressione che è diventata ormai comune, come “figlio d’arte”, perché anche lui è stato insegnante di matematica, pur avendo una laurea in Scienze Farmaceutiche. Ero affascinato, quando correggeva i “compiti in classe”, dal suo mucchio di fogli a protocollo a quadretti con su scritti una quantità di numeri tutti in riga e gli chiedevo: “Babbo, ma perché i numeri sono scritti in questo modo e non in colonna?” e lui rispondeva: “Perché è stata eseguita un’espressione”. Io avrei voluto che me le insegnasse, ma lui diceva sempre di aspettare e che mi avrebbe insegnato cose più adeguate alla mia età, sempre con i numeri. E così sono arrivato alle elementari che già sapevo contare bene fino a 50 e facevo bene i conti addizionando e sottraendo entro il 10.

QUAL E’ STATO IL TUO PERCORSO DI STUDI?
Dopo le elementari e la scuola media, ho conseguito il diploma di Perito Agrario, poi mi sono iscritto all’Università degli Studi di Bologna alla facoltà di matematica. Dopo la laurea ho seguito, sempre presso l’Università, dei corsi di specializzazione: uno sulla Geometria e uno sull’Insiemistica, che mi hanno dato del punteggio, molto utile nelle graduatorie per l’insegnamento.





SEI SEMPRE ANDATO BENE IN MATEMATICA A SCUOLA?
Sì, era la materia in cui andavo meglio e che preferivo. Mi piaceva anche perché il risultato era immediato, non dovevo pensare più di tanto per vedere la fine di un esercizio, o per risolvere correttamente un problema; mentre mi veniva la morte quando dovevo svolgere un tema, perché non sapevo quasi mai cosa scrivere. Questo amore verso la Matematica è durato sempre dalle elementari all’università e ho proprio scelto questo corso di laurea, perché non c’erano materie a carattere umanistico.

HAI SEMPRE VOLUTO FARE L’INSEGNANTE?
Ho sempre visto il mio futuro come insegnante, perché volevo insegnare una materia che io ho sempre amato così tanto e cercare di trasmettere questa mia passione anche agli altri. All’inizio ho dovuto fare un bel po’ di gavetta come supplente ma poi, grazie al conseguimento di due abilitazioni: una per la Scuola Primaria di primo Grado e l’altra per la Secondaria di Secondo Grado sono entrato in ruolo. Ho insegnato per cinque anni Matematica e Scienze nella Scuola Secondaria di Primo Grado in un paese vicino a Rimini, poi ho chiesto il passaggio alle Superiori e l’ho ottenuto subito. Ho insegnato per due anni Matematica in un Istituto Tecnico per Ragionieri, poi sono passato in un Liceo Scientifico, dove mi trovo tuttora.

COME GIUDICHI LE TUE ESPERIENZE D’INSEGNAMENTO?
Sono state tutte positive dalla prima a quella che sto ancora svolgendo. Nella scuola media il rapporto con gli studenti è stato completamente diverso da quello che sto vivendo attualmente con ragazzi più grandi, alcuni già maggiorenni. Ho notato che un ragazzino di 12 – 13 anni vive la scuola in modo troppo personale, molto legato al risultato e al confronto con gli amici; pochi riuscivano ad esprimere il proprio vissuto o dirmi che non avevano capito un concetto; ero io che cercavo di aiutarli facendo su un argomento più esercizi possibili e chiamandoli spesso alla lavagna per meglio verificare.
Alle superiori non c’è mai stato bisogno di sollecitare uno studente a farmi domande, ma è sempre stato uno scambio reciproco e ho accettato in questo contesto anche le critiche che potevano essermi rivolte; devo anche dire che in questo scambio di opinioni sono cresciuto e mi sono arricchito di esperienza e penso di aver trasmesso a diversi miei studenti un po’ d’amore verso la matematica.

SECONDO TE IL MODO D’INSEGNARE LA MATEMATICA E’ CAMBIATO NEL CORSO DEGLI ANNI?
Secondo me, sì. Se penso a come mi è stata insegnata la Matematica nella scuola Primaria, il mio “sì” si rafforza. Tutto ci veniva spiegato in modo molto teorico, senza usare il materiale strutturato e a me, che piaceva comunque e non avevo difficoltà nell’apprendere, andava bene così; ero ancora troppo piccolo nel pormi certe domande.
Da diversi anni invece, soprattutto nella Scuola Primaria, l’approccio d’insegnamento verso questa disciplina è cambiato completamente. L’ho riscontrato quando mia figlia ha frequentato la classe prima. Prima di prendere in mano un quaderno di Matematica, ha fatto tutta una serie di attività legate ai prerequisiti, ha lavorato molto con i Blocchi Logici sui concetti di GRANDE – PICCOLO; SPESSO – SOTTILE; prima di arrivare al Numero ha lavorato sulla quantità confrontando due insiemi e, per rafforzare i numeri fino al 10, ha usato tanto i NUMERI IN COLORE. Lei, prima di iniziare la prima, sapeva riconoscere visivamente un numero in cifre e sapeva anche nominarlo; nonostante ciò, quando c’era matematica, non si annoiava mai, anzi si divertiva, amava l’ora di matematica, perché imparava giocando.

PENSI CHE LA MATEMATICA RIENTRI NELLA VITA DI TUTTI I GIORNI?
La matematica fa parte costante del vissuto quotidiano delle persone dai bambini agli anziani. Facciamo certe azioni in particolari momenti della giornata e in orari diversi che corrispondono a dei numeri; anche la semplice azione di fare la spesa comporta alla fine, quando si va alla cassa per pagare, un calcolo matematico. E’ vero anche che per fare calcoli matematici siamo molto aiutati dalla tecnologia: un registratore di cassa non fa soltanto la somma di quello che si deve pagare, ma è in grado di calcolare la differenza, cioè il resto e quindi di compiere una sottrazione.

QUAL E’ IL TUO NUMERO PREFERITO?
Alcuni anni fa avrei detto l’OTTO, perché girandolo in tutte le direzioni rimane sempre lo stesso; oggi dico il QUATTRO, perché quattro sono i componenti della mia famiglia: IO, MIA MOGLIE, e I MIEI DUE FIGLI.

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